La settimana che si chiude ha fatto registrare diversi interventi sui social, ripresi poi dalla stampa locale, in cui sono stati chiamati in causa direttamente i Popolari per Cesena.
In particolare siamo stati violentemente attaccati da Romano Colozzi in quanto rei, a suo dire, di averlo accusato di distorcere la realtà e fare disinformazione.
Nell’articolo-lettera al IlSussidiario.net del 02 gennaio Colozzi afferma testualmente:
“Il presidente uscente dell’Emilia-Romagna, infatti, fra le sue proposte avanzate nel corso della campagna elettorale che lo vede impegnato per la rielezione, ha inserito quella di rendere obbligatorio il servizio fornito dagli asili nido.” (la sottolineatura è la nostra). Colozzi ha poi fatto riferimento (a sostegno della sua tesi) all’intervento di Bonaccini a TG2 Post in cui affermava che rendere obbligatori gli asili era una “sua opinione personale” (e dunque NON una proposta contenuta nel suo programma elettorale).
L’amica Priya Baldazzi (dei Popolari per Cesena, candidata a titolo personale nella lista civica “Bonaccini Presidente” e che noi sosteniamo con tutto il nostro entusiasmo) ha “osato” sfidare il politico di lunghissimo corso Colozzi, chiarendo come stavano realmente le cose e dunque smascherando il tentativo di disinformazione messo in atto.
Ne è seguita una immediata reazione, scomposta e nervosa, con un post del 7 gennaio dove Colozzi, oltre che Priya, tira in ballo Gilberto Zoffoli (che in questa occasione non è intervenuto a nessun titolo) e i Popolari per Cesena come gruppo. Nel post Colozzi cambia le carte in tavola e parla di “idea” di Bonaccini di rendere gli asili obbligatori.
A nostro parere in una campagna elettorale occorre prima di tutto ragionare sui programmi e in quello della coalizione che sostiene Bonaccini non è (e non può neppure essere) presente tale proposta.
Gli elettori dovrebbero essere messi in grado prima di tutto di giudicare i programmi ed essere aiutati a capirli in modo corretto; anziché concentrarsi sul contro, Colozzi dovrebbe cercare di convincere chi lo segue, programma della Borgonzoni alla mano (sempre che esista), perché votare per lei e mettere la nostra Regione nelle mani di una destra che con la scusa di abbattere un “sistema” ne edificherebbe un altro basato sull’intolleranza, l’esclusione, l’incompetenza amministrativa.
Non ci si può appellare ad un generico “cambiamento”: con Borgonzoni esso sarebbe un salto nel buio, anzi nel vuoto.
L’Emilia-Romagna è una Regione all’avanguardia in molti campi; non vogliamo mandare al macero il buono fatto. Bonaccini è stato un valido presidente e le sue capacità le riconosce lo stesso Colozzi nei suoi post.
Che poi Bonaccini abbia (o possa avere) idee diverse dalle nostre è non solo probabile, ma sicuro. Noi siamo diversi dal PD, ma riteniamo si possa lavorare insieme per il bene della nostra città e della nostra Regione, consapevoli che in una coalizione occorre necessariamente trovare una sintesi tra identità e posizioni politiche diverse.
La cosa che però ci ha fatto più indignare è stato il titolo del citato post di Colozzi: “I Popolari devono solo tacere”. Questa è forse l’idea di democrazia di Colozzi e dei suoi amici? Questa è la tolleranza, la moderazione, il modo di impostare il dialogo tra cattolici che hanno idee diverse in politica?
Evidentemente dopo decenni passati a gestire il potere nella DC e in Forza Italia, ora il salto nelle file dei sovranisti della Lega e dei nazional-statalisti di Fratelli d’Italia li porta, magari inconsciamente, ad usare toni e modi tipici della retorica di destra. O forse è il nervosismo che serpeggia tra le loro file per il fatto che i sondaggi li vedano ancora sotto, nonostante l’impegno profuso dal loro mentore e Capitano Salvini.
Vogliamo dire con forza a Colozzi e ai suoi amici che noi Popolari invece non taceremo; continueremo a parlare e ad essere presenti nella vita pubblica locale, ben consci dei nostri limiti, ma forti della nostra identità, delle nostre idee e dell’entusiasmo che specie i più giovani tra di noi stanno mettendo nell’impegno politico.
Noi crediamo che democrazia, libertà, pluralismo e soprattutto inclusione e partecipazione siano pilastri e valori imprescindibili della vita politica di una comunità; vogliamo ancora ostinatamente credere nella possibilità di una politica “pulita”, alta, vicina alla gente, moderata nei toni e senza l’arroganza e il tifo da stadio oggi tanto di moda.