Economia del bene comune

Venerdì 29 marzo si è tenuto il terzo appuntamento pubblico organizzato dai Popolari per Cesena sul tema: “Economia bene comune”: coniugare crescita e giustizia sociale”.

Hanno portato il loro prezioso e qualificato contributo Johnny Dotti, imprenditore sociale a.d. di ON impresa sociale e presidente di E’-one abitare generativo, e Mauro Neri presidente Confcooperative Forlì-Cesena.

Nella sua introduzione, Francesco Biguzzi dei PpC ha sottolineato la centralità del lavoro tra i temi programmatici del movimento per le prossime amministrative di maggio.

L’importanza del lavoro si fonda sul fatto che esso non è semplicemente il mezzo di sostentamento e sopravvivenza, ma è soprattutto espressione della identità e dignità dell’essere umano, permettendo alle persone di uscire dalla propria individualità e aprirsi agli altri, generando reti, rapporti e relazioni che sono alla base di una comunità.

Sono stati poi chiamati i relatori ad intervenire su temi come:

  • il dialogo tra pubblico, privato e Terzo Settore nell’ottica della sussidiarietà circolare;
  • sviluppo dell’imprenditoria locale, specie quella giovanile;
  • Rapporto scuola-lavoro;
  • Nuove forme di cooperazione, come le cooperative di comunità;
  • Potenziamento dell’economia sociale di mercato.

Dotti, nel suo intervento, partendo dalla constatazione della crisi in cui versa la nostra società (gli over 65 superano in numero gli under 25), col concetto dominante di economia basata sulla produttività asservita al capitale (iper-produttivismo) e sulla “non sostenibilità” (crescita a “consumo infinito” e a “debito infinito”), ha sostenuto la necessità di un “nuovo paradigma economico”, non essendo più sufficiente una semplice riforma o modifica dell’esistente. Come in passato in momenti di crisi i cattolici hanno “fatto politica” generando scuole, ospedali, banche di credito cooperativo, così ora occorre generare nuove esperienze istituenti, nuove forme di economia in cui i momenti della generazione e della distribuzione del valore avvengano simultaneamente.

Bisogna pensare a nuove forme dell’abitare superando la tendenza all’isolamento e all’individualismo, mettendo in relazione anziani, giovani, bambini.

Così come la famiglia se chiusa in se stessa muore; deve aprirsi, accogliere, condividere.

Dotti lo dice partendo dalla sua esperienza di genitore ed educatore (abita con la sua famiglia in una cascina condivisa con altre famiglie, aperta all’accoglienza e all’affido).

La sussidiarietà, ha poi affermato, non si fa coi soldi pubblici; non è un modo per distribuire soldi pubblici tra gli “amici”.

Il Terzo Settore deve generare valore da se stesso, mettendo in gioco il proprio patrimonio.

L’Ente Pubblico deve “solo” riconoscere l’utilità dell’azione del Terzo Settore, incentivarla, fidarsi di chi opera in prima linea per rispondere ai bisogni della comunità.

Ha quindi richiamato i “cattolici” a prendere parte, cioè ad impegnarsi, ma anche a non essere “di parte” (“Un cattolico non sta né a destra né a sinistra e nemmeno al centro… Un cattolico sta in alto e ha il compito di elevare gli animi e le persone”) e a essere veramente “ortodossi” e cioè a “trasformare la realtà e non a cristallizzarla” perché il vero ortodosso non si volta indietro, ma vive il suo tempo e guarda al futuro forte della sua bimillenaria tradizione, non per “creare” regole, ma piuttosto per “trasgredirle”.

“Fare cooperazione – ha evidenziato Mauro Neri, Presidente Confcooperative Forlì-Cesena – significa mettere le persone e i loro bisogni al centro del progetto di sviluppo e raggiungere insieme gli obiettivi”.

Alcune risposte – dalle cooperative di comunità ai workers buyout – dimostrano la ricchezza nel nostro territorio di esperienze generative. “Compito della politica – sottolinea Neri – è quello di trovare soluzioni ai bisogni delle persone valorizzando il dialogo con i corpi intermedi”.

Tra le proposte scritte dai Popolari nel Patto per Cesena, la creazione di un “Piano comunale del lavoro” per incentivare e favorire l’occupazione, in particolare quella giovanile, istituzionalizzando il dialogo tra pubblico, privato, società civile e coinvolgendo le agenzie educative (famiglie, istituti superiori e Università).

La realizzazione di un “Piano per la ristrutturazione edilizia” incentivando la cooperazione locale per la messa a norma ed il riutilizzo di piccoli negozi sfitti o non utilizzati dai proprietari nonché la riqualificazione delle strutture commerciali del centro storico.

Valorizzare le periferie e i quartieri, attraverso la creazione delle “Piazze di periferia” come luoghi  di ritrovo

in cui incentivare la presenza di attività commerciali e di artigianato “tradizionale”.

Mutualizzare i bisogni, responsabilizzare i desideri e governare i valori: un impegno concreto per generare un’economia del bene comune che sappia coniugare crescita e giustizia sociale.