Quando “cambiamento” significa passare dalla padella alla brace

Il consigliere uscente Marco Casali, in una intervista riportata da un quotidiano locale, getta fango a piene mani su Gilberto Zoffoli, portavoce dei Popolari per Cesena, accusandolo di aver lasciato LiberaCesena dopo un voltafaccia premeditato e dopo essere arrivato (secondo lui) a Libera Cesena “mandato da qualcuno”.

Queste affermazioni, calunniose e offensive, stridono palesemente con “la forza del messaggio liberale di Forza Italia” che non starebbe “negli interpreti ma nelle idee” come afferma il consigliere. Stridono in quanto al contrario testimoniano l’acredine e il risentimento di Casali che rinuncia al corretto dibattito tra idee legittimamente diverse.

A Casali, di memoria corta, basterebbe ricordare che Zoffoli fu “mandato”, cioè gli fu chiesto di candidarsi a Sindaco, dall’intero gruppo della coalizione del centrodestra che si era formata nel 2014, da cui solo la Lega prese le distanze, ritenendo Zoffoli poco aggressivo e troppo moderato.

Rispetto al “crollo” di Zoffoli, poi, forse Casali dovrebbe ricordare che se vere azioni politiche sono state fatte dal gruppo LiberaCesena, questo sono state pensate  e realizzate solo sotto e con la guida di Zoffoli. Vogliamo ricordare il “Consiglio delle minoranze” fatto? Vogliamo ricordare “il silenzio istituzionale” ovvero l’Aventino delle opposizioni che fu inventato, costruito e portato avanti dalla guida di Zoffoli. Così come il primo “contro-consiglio”: da chi è stato organizzato e introdotto se non da Zoffoli?

Ma è davvero inutile fare ricorso alla memoria quando si vuole stravolgere e forzare i fatti solo per avvalorare proprie interpretazioni.

Inoltre la riprova che l’interpretazione fatta da Casali dell’uscita di Zoffoli da LiberaCesena sia strumentale, sta nel fatto che essa non fu un atto “personale”, bensì frutto di una decisone presa collegialmente dalla direzione del Movimento Romagnolo (di cui Zoffoli era il portavoce). Così come fu una decisione condivisa la nascita dei Popolari per Cesena. E le motivazioni che ci mossero furono tutte “politiche”.

Casali, agendo politicamente in perfetta solitudine, forse non riesce a capire il significato di concetti come “condivisione”, “discussione costruttiva”, “partecipazione democratica”; sono concetti in cui noi, umilmente, ma seriamente, crediamo e che cerchiamo di mettere in pratica in modo metodico.

Il vero “voltafaccia” lo ha fatto Casali cambiando linea politica; ha fiutato il vento e si è buttato dalla parte che lui ritiene vincente (la Lega).

Ora studia per diventare assessore; speriamo vivamente, per il bene di Cesena, che i cittadini aprano gli occhi e boccino questo sbandierato “cambiamento” (la lista Rossi), che altri non è se non la restaurazione del “teatrino della politica”, popolato di marionette i cui fili sono mossi dai “poteri forti”, dall’ambizione sfrenata e dal trasformismo.

 

Segreteria Politica
Popolari per Cesena