100 anni dall’appello di don Sturzo

Una partecipazione nuova che superi le divisioni

«A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà. E mentre i rappresentanti delle Nazioni vincitrici si riuniscono per preparare le basi di una pace giusta e durevole, i partiti politici di ogni paese debbono contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei principi che varranno ad allontanare ogni pericolo di nuove guerre, a dare un assetto stabile alle Nazioni, ad attuare gli ideali di giustizia sociale e migliorare le condizioni generali, del lavoro, a sviluppare le energie spirituali e materiali…».

Cento anni fa,  il 18 gennaio 1919, con la pubblicazione dell’appello ai “Liberi e forti” di don Luigi Sturzo,  nasceva il Partito Popolare Italiano, laico perché cristiano, con l’attenzione a coniugare l’integralità del cristianesimo con il rispetto della laicità della politica.

Da questo appello occorre ripartire per ricostruire le basi di quella che Giorgio La Pira, chiamava «politica con la P maiuscola».

Rispetto al tempo passato, oggi c’è bisogno della società civile organizzata, dei corpi intermedi, di quella sussidiarietà che risponde alle povertà e ai bisogni delle persone con la forza dell’esperienza e della creatività, della professionalità e delle buone relazioni.

I valori dei cattolici come la sussidiarietà, il popolarismo, la solidarietà, il rispetto, l’inclusione rappresentano le fondamenta per la costruzione di un’Europa più forte, di un’Europa dove nessuno si senta ospite e nessuno si senta zavorrato. Occorre liberarsi da quelle paure alimentate quotidianamente e ad arte, spesso con dati falsi, per scatenare ‘guerre tra poveri’; non servono i populismi che provocano tensioni invece che fornire soluzioni.

Alla vigilia di questo centenario, come Popolari per Cesena, desideriamo lanciare un nuovo appello ai laici cattolici di oggi: un forte appello a lavorare insieme per l’unità, a fare rete, a condividere esperienza e innovazione. Solo così riusciremo a raggiungere la mèta, ovvero una democrazia europea fondata su scelte politiche prima che finanziarie, che tuteli i cittadini, che promuova la crescita sostenibile, che combatta la disoccupazione e la discriminazione, che ci renda più forti sulla scena mondiale.

Non si tratta di un’operazione nostalgica, ma – appunto – di un’operazione politica ‘con la P maiuscola’, che infonda il coraggio di affrontare le situazioni nel rispetto, nel dibattito costruttivo, nella condivisione.  I cattolici dotati di sensibilità alla politica possono e debbono contribuire alla ricostruzione di una ‘casa comune’. In essa si potrà essere presenti senza paura di sterili rincorse a ruoli di primo o secondo ordine, sotto una denominazione in cui tutti si possano sentirsi rappresentati, partecipanti e non solo cooptati.

Su queste basi, ragionevoli e di unità, desideriamo costruire progetti più ambizioni e duraturi. Quelli che possono restituire alla nostra città, al nostro Paese una speranza per il domani superando la politica del risentimento e della paura. Noi ci mettiamo la faccia, gambe ed idee con le mani tese, fino in fondo!

 

Francesco Biguzzi
Segreteria politica

Responsabile Area Persona e Società